lunedì 14 settembre 2020

Lettera alle scuole federate avvio nuovo anno scolastico 2020-2021

Rimini, 31 agosto 2020

A tutti coloro che operano nelle scuole federate

Carissime, carissimi,
sta per prendere avvio un nuovo anno scolastico.
Ogni partenza è preparata con diligenza, con più o meno pianificazione e organizzazione ma inevitabilmente porta con sé incognite, incertezze, attese, speranze. Tanto più la partenza di questo nuovo anno.

Spero siate riusciti a riposare, almeno per quanto riguarda l’ambito lavorativo, e a recuperare un po’ di energie perché quest’anno avremo bisogno di un sur plus di pazienza, creatività, collegialità, sperimentazione, confronto, dialogo, monitoraggio, di uno sguardo più ampio che sappia andare oltre la nostra confort zone, senza impazzire. Qualcuno è più portato, qualcuno si è allenato, qualcun altro farà più fatica ma credo possa essere una sfida interessante e costruttiva per trasformare gli imprevisti, gli ostacoli in opportunità di crescita e di consapevolezza di sé, degli altri, dei contesti.

I media ci hanno (e stanno ancora) bombardati di tutto e di più amplificando paure, ansia, difficoltà, incertezze….. negli operatori della scuola, nelle famiglie, nei bambini e nelle bambine.


Abbiamo condiviso durante il percorso formativo dell’anno appena concluso che di fronte alla stessa situazione ciascuno reagisce diversamente, quindi non sono le situazioni ad essere positive o negative, ma dipende da come ciascuno le colloca, le gestisce, le affronta. La psicologia ci insegna (vedi webinar con dott.ssa Righetti) che i pensieri che mettiamo in moto condizionano il nostro vissuto emotivo, le nostre esperienze, l’attribuzione di significati. Avere consapevolezza dei pensieri che attiviamo nelle situazioni che ci si pongono di fronte evitando “errori” di ragionamento (bianco e nero, generalizzazioni delle esperienze negative, ingigantire, rimpicciolire, saltare alle conclusioni, ragionare attraverso le emozioni, doverizzazioni, etichette, personalizzazione, esternalizzazione, lettura della mente, catastrofizzazione) ci può aiutare ad essere connessi con noi stessi, con la realtà, con le persone reali che incontriamo.

L’intelligenza emotiva è la capacità di utilizzare l’energia delle nostre emozioni in maniera efficace, è la “capacità di provare emozioni, riconoscerle e viverle in modo consapevole”. (Daniel Goleman)

Di fronte alle novità si registrano atteggiamenti diversi: alcuni mettono in discussione realmente quanto conoscono per elaborare nuovi costrutti; altri cercano solamente la soluzione più veloce e gestibile del problema; altri rifiutano qualsiasi contributo, ritenendo il proprio modello sempre il più efficace.

Ma noi siamo chiamati a riconoscere i nostri limiti e inadeguatezze:

  • Saper diventare “professionisti riflessivi” (accettare di rivisitare la propria motivazione, idee implicite, stereotipi, credenze, didattica, ecc)

  • Saper “autopercepirci” significa anche saper cogliere i moti del proprio mondo interno nonchè le proprie difese e rigidità;

  • Saper autointerrogarci per cercare cause atteggiamenti e strategie alternative.

Altro elemento che la psicologia e le neuroscienze ci indicano è che ciò che passa dall’esperienza concreta (e in particolare l’esperienza corporea) ha una maggiore efficacia sull’apprendimento e sulla memoria.

Le esperienze, il vissuto di questo tempo hanno segnato molti di noi, i nostri colleghi, le famiglie, i bambini e le bambine e io vi invito attraverso le vostre specifiche competenze di porvi in ascolto di voi stessi, dei vostri alunni, delle famiglie costruendo percorsi che partano dai vissuti, dall’esperienza e attraverso la narrazione, l’arte, la musica, la drammatizzazione portare alla luce il valore, il bello, il potenziale di ciascuno, il senso di quanto stiamo vivendo perché nulla vada perduto e tutto possa concorrere al bene.

Vi invito a porre al centro di ogni azione educativa la cura fatta di sguardi, di parole, di silenzi, di gesti, di ascolto, di comprensione, di sentire empatia, di delicatezza, non permettete che la paura e l’ansia guidino il vostro lavoro, governino le vostre relazioni.

Con le parole di Etty Hillesum vi auguro un buon anno scolastico.

“Aver fiducia non significa credere che tutto andrà bene ma,
anche quando le cose vanno male,
continuare ad accettare la vita come una cosa buona”
(Etty Hillesum, nel suo Diario 1941–1943).